16 febbraio 2009

La storia che scompare.


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C'è un filo conduttore in tutto. Ogni uomo persegue sempre il proprio interesse individuale. Se l'interesse individuale non collima con quello collettivo fallisce ogni ordine etico ed economico. Sono regolucce da quattro soldi che si studiano a scuola e all'università. La maggioranza ha un interesse e lo spaccia per collettivo, beh credo lo sia veramente. In effetti il vero interesse è di un uomo e la sua elite di amici, ma diventa collettivo quando si trasforma in ricatto, scambio, presunzione di potere. L'interesse è collettivo ma non è unitario: uno fa il divino perchè investito dal Dio Popolo (che è stato a sua volta ipnotizzato); gli altri fanno gli uomini del dialogo e del sì perchè i loro interessi sono altri ma col divino è sempre meglio schierarsi. Come dice s.Agostino, "la Fede è una scommessa su cui è sempre meglio puntare".

Tutto ciò ha qualcosa di vecchio, di superato, di arcaico. E chi stà li lo sa bene. Solo che tutto ciò che è vecchio e superato si critica e denuncia in base a dei riferimenti storici, alla conoscenza di noi, delle origini e del sangue versato. Così si denuncia la shoah perchè ne sappiamo qualcosa, si denuncia la "Casta" perchè siamo a conoscenza di Mani Pulite. Si denunciano le banche corrotte perchè L'informazione nel mondo è ancora un potere influente di controllo democratico. Nel mondo...

Senza informazione quindi la storia chi la scrive?
C'è un filo conduttore in tutto. Nella riforma sulla giustizia, nel protezionismo oligopolista sul digitale terrestre, nella regolamentazione di internet, negli emendamenti alla sicurezza (divieto di sciopero relativo), nella legge sulle intercettazioni. Via il diritto di cronaca giudiziaria, via il diritto di opinione libera sula rete e per strada, via il diritto di una pluralità di voci, che lasciano la libertà all'intelletto di ragionare e schierarsi, oppure no. Via la concorrenza, perchè la meritocrazia in realtà ad alcuni fa paura. Via il sapere e il consiglio, via la critica, Via i nomi, le date, le circostanze. Via le menti, che vengono ipnotizzate al pensiero unico, che nella sua unicità risulta anche un pò coerente, se non fosse che si basa sul puro relativismo dei fenomeni reali che, presi e sparati col megafono e col trapano nelle nostre orecchie, fanno da pretesto alle azioni dei "divini eletti dal popolo divino" che prendono lo stesso dai capelli e gli dicono "qui la festa è finita, peggio per te che c'hai creduto".. e il popolo continua nonostante ciò a non capire.

Via i modelli veri, via l'opinione pubblica convinta, via la denuncia specifica. Via la Storia. Così il governo si trasforma in una religione autocratica. Credere o non credere, Servire o andare all'inferno, insieme ai giudici non corrotti, alle vittime della mafia, al giornalisti "normali" che tutto sono tranne che idoli. Solo che nelle religioni hai la libertà di conservare la dignità in qualunque delle tue scelte, qui invece soccombi sotto i tuoi stessi pari che, ormai deviati dai megafoni, fanno "voto innato" di obbedienza mentale. Un "Matrix" dove non ti controllano le macchine ma l'uomo stesso. Tu pensi di vivere, "loro" (plurale maestatis) ti spremono energia e soldi. E la loro Bibbia (la storia vera) tu non la potrai leggere. Te la interpretano loro e te la iniettano sul digitale terrestre.

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