12 marzo 2009

"Libertà censorie" tra Italia e resto del mondo.



E' di oggi la notizia di repubblica che sottolinea la particolare attenzione che stanno suscitando alcune iniziative nel mondo atte a limitare l'accesso e le libertà in rete per "scopi di sicurezza". In australia un progetto di legge prevede lo sdoppiamento dell'accesso in rete tra adulti e bambini, che secondo alcuni costituisce un grave attentato alla net neutrality e alla trasparenza, poichè a quanto sembra i filtri delle connessioni sarebbero gestiti da agenzie private "anche senza l'autorizzazione giudiziaria".
In korea del sud invece le cose vanno peggio, con vere e proprie attività censorie e conseguenzialmente giudiziarie alle dirette utilità del governo (con particolare attenzione a blog e forum). Il mondo è in allerta poi per i 69 Paesi che stanno adottando misure del genere, e i giganti dell'informatica e delle comunicazioni (Google, Microsoft e Yahoo) stanno prendendo iniziative per "dissociarsi" da queste azioni, lasciando spazio comunque a numerose polemiche circa la loro assuefazione per motivi di mercato.

E in Italia? Mentre le moltitudini mondiali, esperte o no, si fanno venire paure di stampo Orwelliano, i nostri ministri propongono delle leggi che definire assurde è qualcosa di scontato, ma forse non lo è per tutti (ne dalla parte degli ignoranti ne da quella degli approfittatori, chi ha orecchie per intendere..). Rimando ad un articolo che spiega in maniera concisa ma completa la questione, ricordandovi i precedenti (legge Cassinelli) che avevano già fatto sobbalzare tutti i blogger italiani, aumentando anche l'interesse e le preoccupazioni estere (non sono pochi i blogger famosi non italiani che hanno aderito alla campagna di Grillo "free blogger"). Ma la situazione nel frattempo, come leggerete, è ancora peggiore. Il mio rammarico è causato dal fatto che queste iniziative legislative provengono da uomini e donne di spettacolo (si, ok, per conto di altri, ndr), che dovrebbero avere una minima conoscenza e rispetto della libera circolazione di idee, e dovrebbero sapere che la forza di internet è proprio quella di "dare voce ai muri" e non solamente alle persone senza potere, minacciabili e ricattabili.. Detto questo la lotta al terrorismo e alla pedofilia, tanto di moda per giustificare la foga di "regolarizzazione di Internet" (che termine osceno) si possono applicare in così tanti modi che censurare qualche blogger e qualche inno su facebook, onestamente, fa ridere anche chi di queste cose se ne intende più di chi ha scritto queste poche righe. Se qualche logica ci deve allora essere in queste proposte, non è certo quella della repressione della pedofilia o del terrorismo, ma di altro. Come sempre dipende da come si usano le parole, poichè sempre di repressione si parla, dipende poi da chi e che cosa si debba (e si possa) reprimere.

Curioso, in ultima analisi, come ci possa essere un delirio di intenti tra una legge che limita fortemente (e quasi annulla) le intercettazioni in nome della privacy e un'altra che esporrebbe in maniera pressocchè assoluta qualsiasi voce libera come questa. In effetti esiste privacy e privacy.. dipende chi sei e quanti voti ti porti dietro.


>> Punto Informatico - Vogliono chiudere la rete

Una voce esemplare di risposta:

>> Punto Informatico - Guido scorza alla Carlucci

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