28 novembre 2008

La terza vita.

C'E' UNA PRIMA VITA, fisica, analogica, vera. C'è una seconda vita, quella digitale di Second Life, un mondo virtuale parallelo. Tra qualche giorno ci sarà una terza possibile vita, anzi una nuova casa, elettronica, digitale, virtuale, una casa che è in realtà un mondo intero, chiuso all'interno della Playstation 3. I 15 milioni di persone che hanno acquistato una console per videogiochi come la Playstation 3 avranno a disposizione tra qualche settimana il loro mondo virtuale, chiamato Home, un sistema completamente integrato con la Ps3, progettato per dare vita a una comunità online di milioni di persone in tutto il mondo.

Apparentemente una versione per console di Second Life. In realtà qualcosa di più, l'ipotesi di un nuovo sistema operativo che consente non solo di far funzionare la console, ma di interagire con essa e con tutti gli altri che la stanno usando in ogni parte del pianeta.

Home era stato annunciato lo scorso anno da Phil Harrison, presidente dei Worldwide Studios di Sony, alla Game Developers Conference di San Francisco, e dopo molti mesi di sviluppo è entrato ufficialmente nella fase di "beta testing". Molti utenti Playstation in tutto il mondo sono stati contattati dall'azienda giapponese che ha chiesto loro di mettere alla prova il sistema, di diventare dei "beta tester" per verificare pregi e difetti del nuovo software, prima del lancio ufficiale, la cui data ancora non è stata annunciata. Di certo si sa che Home sarà estremamente accessibile, potrà essere scaricato gratuitamente sulla Ps3 e verrà automaticamente integrato nella Cross Media Bar, ovvero nel menu di PlayStation 3, consentendo di accedere, anche in questo caso gratuitamente, al mondo online.

All'interno di Home gli "abitanti", ovvero gli avatar degli utilizzatori, potranno definire il loro aspetto fin nei minimi particolari e muoversi all'interno di spazi pubblici, nei quali entrare in relazione giocatori, o privati. Ogni utente avrà infatti a disposizione il proprio appartamento virtuale, da arredare con ogni tipo di arredamento acquistabile nel Playstation Store (dove si potranno acquistare anche vestiti, oggetti e molto altro ancora), e nel quale far entrare, se vuole, altri avatar. L'interazione sarà affidata a un sistema di chat a più livelli (testuale, audio o video), ma anche ad animazioni. La grafica è spettacolare, la definizione dei particolari eccellente, le animazioni sono fluide, l'interattività molto semplice.

Fin qui tutto più o meno come Second Life, ma in realtà la novità, di non poco conto, è che Home prevede una forte integrazione con la console, mostrando la sua natura di centro di attività multifunzionale, una sorta di sistema operativo che consente ulteriori attività, dai videogame (ovviamente, trattandosi di Playstatition) al cinema e alla musica. Da Home, insomma, si potranno far girare programmi e far funzionare anche la propria Playstation, in un sistema virtuale dove ogni utente è riconoscibile, mettendo insieme la logica dei Mii della Nintendo e le funzioni interattive della Xbox, portandole nel mondo di Second Life, una nuova dimensione che vedrà coinvolti potenzialmente quindici milioni di persone.

"da Repubblica" di Ernesto Assante."

Ora io mi chiedo cosa ci sia di così sbalorditivo, di così interessante, di così bello. E se lo chiede un giocatore di videogames che è cresciuto con armi, mostri e giochi di ruolo. Si ma la domanda è il perchè si gioca. Si gioca per divertimento, per distrazione, per fare quelle cose che normalmente non si fanno. Il gioco è il più importante mezzo di catarsi possibile. Ora.. che c'è di bello nel fare virtualmente ciò che normalmente si potrebbe fare nella vita reale? ok ok.. vale anche per le chat.. infatti le persone medie usano le chat per comunicare con facilità con le persone che già conoscono e non per "andare in cerca".. questa nuova moda della "società virtuale" in cui ti fai una vita di riserva secondo me ha anche risvolti pericolosi. E così tanto interessante farsi un giro in piazza con gli amici senza uscire realmente di casa?
Le realtà virtuali non sono come i giochi, sono strumenti si ma con un potenziale diverso. E gli strumenti non sono solo portatori di utilità. Anche qua sta la differenza tra forma ed essenza. Pirandello le chiamava maschere, oggi li chiamiamo avatar. Solo che in pirandello almeno gli attori ci mettevano la faccia.

1 commento:

  1. Una delle cose che piu' irrita e al contempo preoccupa e sbalordisce della piega che sta prendendo la rete di comunicazione e interazione digitale è proprio l'ultilizzo che ne fa la persona media: Il fascino della rete risiedeva nella possibilità di conoscere cose e persone lontane,avendo a disposizione una conoscenza enciclopedia che l'uomo sognava da secoli, e il tutto nascosti all'ombra di una maschera.
    Una maschera appunto,il fascino del'alter ego virtuale,poter divenire nella rete un altra persona liberi da molti dei vincoli della vita reale.
    Ma,e prendo ad esempio il caso più clamoroso e attuale di "facebook", che cosa vi puo' essere di interessante nell'essere se stesso in giro per la rete,regalando le proprie informazioni a chicchesia,con la pallida ilusione di restare in contatto con gente che normalmente non dovrebbe nemmeno influenzare le nostre vite?
    Aveva ragione Baricco nel prevedere la deriva della cultura nel suo saggio sulle mutazioni,avevano ragione gli scrittori di fantscienza nel pensare che l'uomo preferisse l'ignoranza e l'illusione alla ricerca di verita?
    Tutto questo per dire..grazie Ps3,grazie second life,grazie facebook e grazie anche a tutti gli altri,andiamo incontro alla fine a passo di danza immersi in queste illusioni di colori e comunicazione.

    RispondiElimina