5 dicembre 2008

Un premier con le mani nei notiziari TV denuncia i giornalisti.



ROMA - Il premier Silvio Berlusconi governa con una solida maggioranza, ha il controllo della RAI, l'emittente statale, e possiede le principali reti televisive private del paese.

Perché allora, con tutti questi mezzi a sua disposizione, continua a rispondere alle critiche dei giornalisti non sulle televisioni o sui giornali ma a suon di querele?

Negli ultimi anni Berlusconi ha denunciato The Economist per averlo descritto come "inadatto a governare l'Italia", ed il giornalista britannico David Lane per il suo libro del 2004, "L'ombra di Berlusconi" ("Berlusconi's shadow"), che esplorava le origini della sua fortuna e faceva notare come alcuni dei suoi collaboratori fossero stati indagati per legami con la mafia. Berlusconi ha perso queste cause in corte d'appello ed ha fatto ricorso, o ha ancora la possibilitá di farlo.

Adesso se la sta prendendo con Alexander Stille, il piú celebre italianista d'America ed uno dei piú ferventi critici anglofoni del premier. Una corte d'appello a Milano dovrebbe pronunciarsi martedí su un caso di diffamazione contro Stille iniziato da uno stretto collaboratore di Berlusconi.

Berlusconi non é l'unico ad accusare i giornalisti. In Italia - dove i giornalisti spesso sono molto cauti nel riportare i fatti ed il sistema legale cerca di proteggere l'onore personale - politici, magistrati e figure pubbliche fanno causa ai giornalisti cosí spesso che l'ordine nazionale dei giornalisti ha un "fondo di solidarietá" per aiutare con le spese legali e i danni.

"E' una delle tecniche intimidatorie della classe politica", ha detto Franco Abruzzo, professore di giornalismo ed ex-redattore del quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore.

Ed é anche uno sport bipartisan. Nel 1999 Massimo D'alema, un ex-comunista che era all'epoca il presidente del consiglio di centro-sinistra, fece causa ad un fumettista politico per una vignetta che lo mostrava mentre cancellava nomi dal dossier Mitrokhin sulla cooperazione dei paesi occidentali con l'Unione Sovietica durante la guerra fredda.

Comunque, quando l'accusa é Berlusconi, la situazione inevitabilmente prende altre dimensioni.

"Quello che fa la differenza é che lui é uno dei politici piú potenti ed uomini piú ricchi", ha detto Lane, corrispondente da Roma del The Economist e bersaglio delle accuse di Berlusconi. "Controlla i media. Lavora da una posizione di massimo vantaggio..."


Leggi tutto l'articolo su "Che dicono di noi". Articolo tradotto dal New yotk times.

Ringrazio la redazione di "che dicono di noi" punto di riferimento ormai abbastanza conosciuto dell'informazione straniera nella sfera dei blog italiani. Ebbene anche al New York Times sono tutti comunisti? O forse amici di Di Pietro e quindi forcaioli. Invito a leggere nell'articolo intero un pezzo che però pone una speranza in meno. Con tutte le denunce del premier all'estero si sta perdendo la motivazione fuori dall'Italia di interessarsi di lui e quindi di noi, visto che da noie a tutti; e non è una cosa buona.

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