30 novembre 2008

Il padrone di Mediaset Aumenta l'IVA di SKY.



Si. In italia può succedere. Guai a chiamarlo conflitto d'interesse, ma un nome dovrete pur trovarglielo. Nel nuovo decreto (e quando mai, fino ad oggi solo 3 leggi e tutti decreti, parlamento nello sgabuzzino) anticrisi ci sono quindici parole quindici che nella migliore delle ipotesi dei consumatori annullerà gli utili dell'anno a SKY (qualora dovesse caricarsi dei nuovi oneri senza incidere sulla clientela), e nella peggiore farà pagare in media a ogni abbonato 3/4€ in più (fino ad un massimo di più di 10 euro). Insomma magari un ottima mossa per ripagarsi in qualche via traversa la famosa social card: vi regaliamo 40 euri così ci comprate il pane. diciamo, di metà del mese (l'inglese fa più figo della vecchia tessera del pane di Mussolini, immaginate se si fosse chiamata "bread card") e in cambio questi spiccioli li facciamo pagare ad un'impresa privata con costi aggiuntivi al buon vecchio fisco. Ma che manovra di finanza creativa, c'è proprio da stupirsi.

Dal canto suo Mediaset afferma che le sovrattassa inciderà anche su si sè. Ovviamente potrebbe essere vero, ma è bene fare dei distinguo enormi. Mediaset fà dei contratti molto diversi rispetto ai classici abbonamenti SKY, ed inoltre gode di una posizione di rilevante vantaggio, visto che comunque è piazzata su tutti gli schermi Italiani volenti o nolenti, e gode di tutta la bella pubblicità dell'impero Berlusconi. Un pò come se linux si pagasse e il padrone di windows avesse il potere di aumentare una fantomatica tassa sui sistemi operativi venduti con i pc. Sarebbe la stessa cosa? no, poichè windows te lo riescono ad infilare dovunque, che tu voglia o no. Naturalmente il padrone di windows non è un capo di Stato, e mi sa tanto che non potrebbe mai esserlo. Almeno finchè stà in un paese con delle regole etico-economiche normali.

Che saranno mai 10 euro in più al mese? apparte che non è più una domanda retorica di questi tempi, ma non è questo il messaggio. Il punto è che ogni giorno non si perde tempo a dimostrare che i conflitti d'interesse sono una delle prime ragioni del fallimento di mercato (e di Stato di conseguenza, visto che in Italia ormai non si fa differenza, lo stato e il mercato sono tutti suoi..). Sono regole base che studiano tutti in Economia, e che ogni giorno in Italia vengono ignorate. Tutto ciò non è normale. E' bene che ogni voce su questa linea lo tenga a mente tutte le volte che può.

28 novembre 2008

La terza vita.

C'E' UNA PRIMA VITA, fisica, analogica, vera. C'è una seconda vita, quella digitale di Second Life, un mondo virtuale parallelo. Tra qualche giorno ci sarà una terza possibile vita, anzi una nuova casa, elettronica, digitale, virtuale, una casa che è in realtà un mondo intero, chiuso all'interno della Playstation 3. I 15 milioni di persone che hanno acquistato una console per videogiochi come la Playstation 3 avranno a disposizione tra qualche settimana il loro mondo virtuale, chiamato Home, un sistema completamente integrato con la Ps3, progettato per dare vita a una comunità online di milioni di persone in tutto il mondo.

Apparentemente una versione per console di Second Life. In realtà qualcosa di più, l'ipotesi di un nuovo sistema operativo che consente non solo di far funzionare la console, ma di interagire con essa e con tutti gli altri che la stanno usando in ogni parte del pianeta.

Home era stato annunciato lo scorso anno da Phil Harrison, presidente dei Worldwide Studios di Sony, alla Game Developers Conference di San Francisco, e dopo molti mesi di sviluppo è entrato ufficialmente nella fase di "beta testing". Molti utenti Playstation in tutto il mondo sono stati contattati dall'azienda giapponese che ha chiesto loro di mettere alla prova il sistema, di diventare dei "beta tester" per verificare pregi e difetti del nuovo software, prima del lancio ufficiale, la cui data ancora non è stata annunciata. Di certo si sa che Home sarà estremamente accessibile, potrà essere scaricato gratuitamente sulla Ps3 e verrà automaticamente integrato nella Cross Media Bar, ovvero nel menu di PlayStation 3, consentendo di accedere, anche in questo caso gratuitamente, al mondo online.

All'interno di Home gli "abitanti", ovvero gli avatar degli utilizzatori, potranno definire il loro aspetto fin nei minimi particolari e muoversi all'interno di spazi pubblici, nei quali entrare in relazione giocatori, o privati. Ogni utente avrà infatti a disposizione il proprio appartamento virtuale, da arredare con ogni tipo di arredamento acquistabile nel Playstation Store (dove si potranno acquistare anche vestiti, oggetti e molto altro ancora), e nel quale far entrare, se vuole, altri avatar. L'interazione sarà affidata a un sistema di chat a più livelli (testuale, audio o video), ma anche ad animazioni. La grafica è spettacolare, la definizione dei particolari eccellente, le animazioni sono fluide, l'interattività molto semplice.

Fin qui tutto più o meno come Second Life, ma in realtà la novità, di non poco conto, è che Home prevede una forte integrazione con la console, mostrando la sua natura di centro di attività multifunzionale, una sorta di sistema operativo che consente ulteriori attività, dai videogame (ovviamente, trattandosi di Playstatition) al cinema e alla musica. Da Home, insomma, si potranno far girare programmi e far funzionare anche la propria Playstation, in un sistema virtuale dove ogni utente è riconoscibile, mettendo insieme la logica dei Mii della Nintendo e le funzioni interattive della Xbox, portandole nel mondo di Second Life, una nuova dimensione che vedrà coinvolti potenzialmente quindici milioni di persone.

"da Repubblica" di Ernesto Assante."

Ora io mi chiedo cosa ci sia di così sbalorditivo, di così interessante, di così bello. E se lo chiede un giocatore di videogames che è cresciuto con armi, mostri e giochi di ruolo. Si ma la domanda è il perchè si gioca. Si gioca per divertimento, per distrazione, per fare quelle cose che normalmente non si fanno. Il gioco è il più importante mezzo di catarsi possibile. Ora.. che c'è di bello nel fare virtualmente ciò che normalmente si potrebbe fare nella vita reale? ok ok.. vale anche per le chat.. infatti le persone medie usano le chat per comunicare con facilità con le persone che già conoscono e non per "andare in cerca".. questa nuova moda della "società virtuale" in cui ti fai una vita di riserva secondo me ha anche risvolti pericolosi. E così tanto interessante farsi un giro in piazza con gli amici senza uscire realmente di casa?
Le realtà virtuali non sono come i giochi, sono strumenti si ma con un potenziale diverso. E gli strumenti non sono solo portatori di utilità. Anche qua sta la differenza tra forma ed essenza. Pirandello le chiamava maschere, oggi li chiamiamo avatar. Solo che in pirandello almeno gli attori ci mettevano la faccia.

20 novembre 2008

Ammazza-Blog ritirato, falle nella legge sostitutiva.

(punto informatico) Roma - Difficile credere che si tratti di una coincidenza: a poche ore da quando Ricardo Levi ha annunciato la cancellazione delle sue criticatissime proposte per la registrazione coatta di siti web e blog, ritiro subito applaudito dagli esperti, ecco che si affaccia una nuova proposta di legge, che conferma alcuni obblighi per i siti web ma con alcuni decisivi distinguo rispetto all'orientamento Levi.

A presentarla, questa volta, non è un esponente del Partito Democratico ma Roberto Cassinelli del Partito Popolo delle Libertà e membro della commissione Giustizia della Camera. Cassinelli sia nelle dichiarazioni con cui ha ieri presentato la sua proposta sia nella introduzione alla stessa sottolinea energicamente come si tratti di un testo che vuole correggere la normativa esistente per liberare, scrive, "blog, social network e community dai lacci e lacciuoli stabiliti dalla legge per i prodotti editoriali".

In particolare Cassinelli prende di mira la legge 62 del 2001, quella che i lettori di Punto Informatico conoscono benissimo, una legge che quell'anno ha provocato una mobilitazione in rete all'epoca senza precedenti animata proprio da questo giornale: le ragioni di Cassinelli sono quelle che già all'epoca furono proposte da una petizione firmata da più di 53mila utenti Internet. In quella norma, infatti, la definizione di prodotto editoriale è così generica da comprendere qualsiasi cosa, siti e blog compresi. Da qui parte il parlamentare della maggioranza, spiegando come quella legge di fatto estenda obblighi previsti e considerati necessari per la stampa tradizionale anche a realtà elettroniche che con questa nulla hanno a che spartire. A cominciare, è lecito aggiungere, dalla caccia ai ricchi contributi pubblici per i quali quella norma era nata in primo luogo.

Secondo Cassinelli la sua proposta, dunque, limita qualsiasi obbligo ai prodotti editoriali cartacei oppure solo a quelli che definisce giornali online, "ovvero quei siti internet simili, se non identici, alla stampa tradizionale, con una redazione giornalistica regolarmente stipendiata e con la vendita di spazi pubblicitari al proprio interno". A detta del parlamentare tutto questo "risponde ad una esigenza di liberalizzare la circolazione delle idee ed il mercato delle opinioni, senza introdurre ulteriori appesantimenti e controlli", al punto che definisce la sua proposta una legge salvablog "in piena antitesi con il ddl ammazzablog presentato dall'ex sottosegretario all'editoria del governo Prodi Ricardo Franco Levi". Cassinelli ci va giù molto pesante sull'impianto Levi: "Una misura assolutamente illiberale e inaudita che metteva il bavaglio alla libera circolazione delle idee, per cui apprezziamo che lo stesso onorevole Levi abbia deciso di fare retromarcia ritirando il capitolo della sua proposta dedicato ad Internet".

Nonostante le buone intenzioni, però, c'è già in queste ore chi ha individuato nella nuova proposta alcuni rischi per una serie di siti...

Leggi l'intero articolo qui

18 novembre 2008

Passaparola n°22. G8:l'autoassoluzione dei politici


Video

Bene, finalmente un paio di discorsi sensati sul marasma giudiziario di questi giorni, caso Englaro e la rissa di Genova. Non potrei trovarmi più d'accordo su entrambi i discorsi.

16 novembre 2008

Parliamone..



'm tired of being what you want me to be
Feeling so faithless lost under the surface
Don't know what you're expecting of me
Put under the pressure of walking in your shoes
(Caught in the undertow just caught in the undertow)
Every step that I take is another mistake to you
(Caught in the undertow just caught in the undertow)


I've become so numb I can't feel you there
Become so tired so much more aware
I'm becoming this all I want to do
Is be more like me and be less like you

Can't you see that you're smothering me
Holding too tightly afraid to lose control
Cause everything that you thought I would be
Has fallen apart right in front of you
(Caught in the undertow just caught in the undertow)
Every step that I take is another mistake to you
(Caught in the undertow just caught in the undertow)
And every second I waste is more than I can take


I've become so numb I can't feel you there
Become so tired so much more aware
I'm becoming this all I want to do
Is be more like me and be less like you

And I know
I may end up failing too
But I know
You were just like me with someone disappointed in you


I've become so numb I can't feel you there
Become so tired so much more aware
I'm becoming this all I want to do
Is be more like me and be less like you


I've become so numb...

Linkin Park - Numb

13 novembre 2008

Controllare il pensiero politico anche su internet: Si parte dai blog.



"Art. 2.

(Definizione di prodotto editoriale).

1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

Qualsiasi blog rientra in questa definizione.

Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).

1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro."
---
Bene Bene, ci risiamo. I blog stanno diventando l'alternativa al corriere della sera e questo non va bene a qualcuno. Probabilmente bisogna comprendere questa volta un pò tutte le frange politiche, anche alcune sinistrorse.
Quelli sopra scritti sono alcuni comma di una legge proposta prima della caduta del governo Prodi, che aveva suscitato moltissime polemiche ed era stata poi abbandonata (cosiddetta legge Levi-Prodi). Oggi viene riproposta, disegno di legge 1269. Non è difficile comprenderne i punti fondamentali: i blog che fanno informazione e/o politica e/0 intrattenimento dovranno essere iscritti al ROC se fanno un attività imprenditoriale. Ora se è vero che la maggior parte dei blog non la "dovrebbe" fare, non è ben compreso se i banner pubblicitari apposti sarebbero passibili come elementi sostanziali di un'attività "d'impresa". E' da considerare che oggi molte piattaforme per blog obbligano all'uso di banner (come se fosse un costo del servizio). Per cui il gioco vizioso potrebbe portare di fatto a non considerare quasi la modifica apportata dai tempi della scorsa Levi-prodi, che costituisce appunto l'articolo 8 comma 3 sopra esposto. In questo caso Tutti i blog dovrebbero essere registrati e controllati.

Mentre arrivano alcune notizie (solite) dall'estero sulle reazioni dei giornali, come sempre molto critici verso la politica italiana, e che sostanzialmente anche questa volta ridono di noi, Molti famosi blogger si schierano contro questa legge. Di Pietro avvisa che l'attuazione di tali codici porterebbe forzatamente ad una disobbedienza civile, e inoltre si impegna a fornire assistenza legale futura agli stessi scrittori (come già aveva promesso per la legge sulle intercettazioni ancora in fase di vaglio). Beppe Grillo promuove un'iniziativa "free-blogger" per dare voce al dissenso dei molti frequentatori.

Ma ciò che si deve veramente capire di questa proposta di legge è l'uso politico che se ne fà. Non è da immaginare una realtà nella quale tutti i blogger registrano al ROC il loro lavoro, e neanche una nella quale la GDF si metta a fare redate enormi contro tutti gli "abusivi". La funzione di questa legge a mio avviso è quella di non far sapere la sua esistenza, in maniera da poter essere sfruttata si, ma solo quando necessario e a tutto beneficio dei potenti. Esattamente come la legge sulle intercettazioni, che limiterebbe all'inverosimile il diritto di cronaca giudiziaria: in realtà sui tg e giornali continueranno a circolare articoli a sfondo giudiziario in cui si citano atti pubblici (di solito in maniera indiretta), e nessuno dirà niente, tranne quando la notizia sarà troppo pesante per un politico o un potente; in quel caso si farà ricorso alla legge, che ovviamente è inapplicabile in maniera assoluta e generale; così la 1269, già definita "ammazza-blog". Questo blog ad esempio (che potrebbe in teoria come tutti quelli del servizio google avere i banner pubblicitari che non ho inserito) non interessa certo nè alla destra nè alla sinistra, almeno fin quando non dovesse ricevere troppe attenzioni. Ma il blog di persone in vista che probabilmente "non sono conformi al pensiero unico" verrebbero continuamente prese di mira e ostacolate. Così come sono state molte volte buttate fuori dalla tv solo per aver detto verità scomode; così si mette in campo un'arma per fare la stessa cosa sulla rete.

11 novembre 2008

Passaparola n°21. Mafiocrazia.


Video

"Dire che la politica vuole occuparsi dei rapporti tra politica e mafia sarebbe come dire che la mafia si vuole occupare dei rapporti tra mafia e politica".

Io qui aggiungerei una cosa fondamentale che ritornerà presto. Porre una base di dipendenza della magistratura dalla politica (come vedremo nei prossimi mesi secondo gli schizzi di "follia programmata" del nostro caro "uomo poco simpatico, poco giovane e mediamente abbronzato") chiuderebbe il cerchio. in un sistema senza indipendenze di ruoli nei 3 poteri statali, Chi indaga su chi? Per conto degli interessi di chi? Soprattutto con questo mancato ricambio generazionale dei politici.. beh è davvero un interrogativo senza fine.

9 novembre 2008

Settimana da deliri Italo-Americani.

Settimana piena quella appena passata. Un presidente nuovo (no, non il nostro per sfortuna), concomitante con nuove minacce del terrorismo della famosa Al-qaida (esiste? ma questa è un'altra storia) e di Bin Laden (è ancora vivo?). Tutto il mondo si agita con sentimenti opposti. Una crisi che ci dà dentro in maniera sempre più netta al limite oramai della recessione reale in molti Stati; una nuova forza democratica in USA, che porta un nuovo teorico equilibrio tra poteri internazionali e minori differenze (teoriche, per le pratiche aspetteremo i risultati) a livello sociale nel nuovo continente; una situazione di funesta guerra civile in Congo quasi ignorata dall'occidente sviluppato (salvo i soliti militari mandati li a tentare di gestire una realtà così instabile e incontrollabile che dio abbia pietà delle loro anime).. insomma solo alcuni degli aspetti di questa confusa epoca storica, governata dai se e dai ma.

Ma in italia abbiamo altro di cui occuparci (o meglio altro di cui ci fanno occupare). Un Berlusconi splendente che vuole dare consigli al nuovo presidente degli Stati Uniti (magari addirittura proprio in merito a democrazia ed equilibrio?) e che così, carinamente, dice davanti a tutto il mondo che in fondo lui è un simpaticone, giovane e "abbronzato". Insomma vuole fare proprio la figura del paparino. La povera Italia si sente più grande.
A proposito di democrazia e di deliri Cossiga ci va dentro, così per confermare che abbiamo qualcosa da insegnare a Barack. Torna infatti a dar consigli al capo della polizia su come fomentare la paura per attirare il consenso per gestire le manifestazioni di piazza. "bisogna fare una vittima, una vittima che giustifichi l'uso della forza". Questo detto il giorno dopo che Berlusconi torna a dire alla fiera EICMA che "la tav si farà, anche con l'uso della forza militare". Naturalmente tutto ciò passa per buono o normale, tanto è inutile dire pio, non si può fare antipolitica. E quella povera cerchia di comunisti e giustizialisti sono solo la metastasi della democrazia insieme ai giudici, si perchè se la democrazia è formata da forze dell'ordine, decisionismo e fobia delle diversità d'opinione, allora quella minoranza non è democratica ma "antagonista", altro termine oggi usato e abusato. Salvo poi essere tutti contenti che in America ci sia Obama, perchè "il nostro Obama è Berlusconi". Sicuramente infatti Obama denigrerà la minoranza politica, stringerà la cinghia dei diritti dei lavoratori fino a livello inaccettabile, manderà l'esercito nelle manifestazioni contro le banche e i cortei dei pignorati.. insomma i giornali hanno detto che è come Berlusconi quindi io queste cose me le aspetto. E voi?

Tutti siamo con Obama; Tutti siamo anche con Berlusconi. E il nostro pensiero critico se ne và.. Delirio.

P.S. Le persone con un pò di intelligenza non possono - apparte l'infinito sarcasmo che avvolge il blog - che augurare a Barrack un buon lavoro e un cambiamento di tendenze verso una democrazia più vera, perchè se in America ce n'è una che, apparte tutti i problemi e la natura della popolazione con un pensiero diverso da quello europeo, almeno funziona politicamente, le scelte americane sono sempre il carro trainante di quelle degli altri stati occidentali. E l'Italia ha davvero bisogno di un "giovane abbronzato" perchè non ne può più di Settantenni che, estetica rifatta a parte, non sanno più stare al passo con i tempi e finiscono per riproporre sempre la stessa ricetta di potere, ordine e consenso della paura.



Video1


Video2


Video3

6 novembre 2008

Intervista a Bice Biagi.


Ringrazio Stefano Corradino di Articolo21.info, autore dell'intervista sotto riportata per intero.


I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?” E’ la risposta perfetta all’accusa di Berlusconi ai programmi tv che “producono ansia…” La frase, del 2005, la prendiamo in prestito dall’autore che, anche in questo caso, si dimostra di straordinaria attualità… L’autore è Enzo Biagi di cui oggi, 6 novembre, ricorre l’anniversario della morte. La figlia Bice ha appena scritto un libro, un diario delle emozioni provate girando l’Italia per parlare del padre alla gente semplice del nostro Paese. “Era come un padre, ci manca” sono le frasi più ricorrenti pronunciate dalle donne e dagli uomini incontrati nel lungo viaggio.

Un libro su suo padre. Perché?
Per caso. Tutto nasce da alcuni viaggi fatti con mia sorella Carla. Siamo andati dove ci invitavano per raccontare di nostro padre. Circoli culturali, biblioteche, circoli Pd, università del tempo libero… Ogni volta che tornavo ero sempre carica di entusiasmo. Mi era piaciuta la gente che avevo incontrato. Gente che mio padre avrebbe voluto incontrare in un nuovo viaggio da nord a sud, che lui sognava di poter rifare per raccontare un’Italia pulita, quella di provincia. Dopo uno di questi viaggi, mentre raccontavo una delle ultime tappe, una collega mi ha detto “perché di queste storie non ne fai un libro?” E così è nata l’idea di un diario di viaggio a contatto con questa Italia così bella.

Chi ha incontrato durante il tragitto?
Le persone più diverse. Dal sacerdote di montagna che lo aveva conosciuto al vecchio partigiano di un paese vicino Reggio Emilia, che mi raccontava di aver dormito nei boschi con lui per parecchie notti e si ricordava i nomi dei luoghi e dei compagni... Centinaia di persone. Così belle e genuine e diverse tra di loro. Non pensavo lo conoscessero in tanti…

L’aggettivo che ricorreva di più parlando di Enzo?
“Per noi era come un padre” ci dicevano. A me e Carla veniva da rispondergli che per noi lo era davvero! E poi “quanto ci manca”. Queste le frasi più ricorrenti.

In che cosa è attuale Enzo Biagi?
Nella difesa della libertà e della democrazia.

Come vivrebbe la situazione politica e sociale italiana di oggi?
Male. Con grande angoscia e preoccupazione. Diceva da tempo che già alla terza settimana gli italiani faticavano ad andare avanti. Ma lo avrebbe detto con rabbia. non con rassegnazione, e avrebbe richiamato tutti i suoi amici alla necessità di resistere. Diceva che in fondo la resistenza non è mai finita e bisogna resistere tutti i giorni.

Come fanno gli studenti in piazza?
Sarebbe stato dalla loro parte. Con gli studenti e gli insegnanti che rivendicano un’istruzione per tutti, e di qualità. Aveva un bel rapporto di amicizia con Ignazio Marino. E quando seppe che da grande scienziato e ricercatore qual era andava via dall’Italia perché qui non riusciva a fare il suo lavoro, ci stette male. Oggi sarebbe dalla parte di tutti quelli che sono angosciati per i tagli alla ricerca, alla scuola, alla cultura.

Hanno proposto di consegnare a Milano l’Ambrogino d’oro alla sua memoria. La destra milanese ha detto no.
Era una parte politica che a mio padre onestamente non piaceva. E glielo mandava a dire. Ed è tutto probabile che a molti lui non piacesse. Per cui ringraziamo chi lo ha proposto e non ci fasciamo la testa se il centro destra milanese ha detto di no. Oltretutto né noi né mio padre siamo mai stati interessati a competizioni o a ottenere premi…

Dalle aggressioni in piazza a quelle ai programmi tv. Nelle cronache di questi giorni rimbalzano molti episodi che vedono protagoniste frange di estrema destra.
Quando mio padre parlava della destra ricordava un suo sogno: era con la nipotina Rachele, di religione ebraica e scappava in montagna nei luoghi in cui era stato partigiano. Scappavano tenendosi per mano e nel sogno lui le diceva di non preoccuparsi “perchè quei posti li conosco bene”. Avvertiva negli ultimi tempi un rigurgito di intolleranza, di fascismo. Starebbe male in questo momento.

Magari ci avrebbe realizzato una puntata de “Il Fatto”, una di queste ansiogene, come dice Berlusconi, che ci terrorizzano con il “malessere sociale”… Biagi trasmetteva ansia?
Non credo proprio. E vale anche per le poche o uniche trasmissioni che ancora informano correttamente la gente di questo paese. Magari Berlusconi, come ha fatto con l’editto bulgaro, smentirà anche queste affermazioni. Ma restano accuse pensanti e ingenerose verso gente che con grande fatica cerca di fare in modo onesto e pulito il suo lavoro.

Qualche giorno fa Giorgio Bocca nella trasmissione "Che tempo che fa" ha criticato duramente la tv e i giornalisti. Schiene troppo poco dritte?
Non ho l’autorevolezza per dare giudizi così netti. Certo ci sono due rilevazioni inevitabili da fare. Da una parte ci sono quelli che riescono ad adeguarsi in ogni momento al governo di turno. Si fa molto in fretta, diceva mio padre, a salire sul carro del vincitore e vale anche per la nostra categoria. Ma poi ci sono gli altri, ci siete voi, ci sono spazi televisivi che consentono ancora alla gente di capire cosa succede nel Paese. E per questo li prendono di mira e li vorrebbero cancellati. Penso a molte trasmissioni di Raitre. O a La7 che sta rischiando di soccombere”.


4 novembre 2008

Ci sono anche loro..



"Sono entrati nei villaggi, hanno saccheggiato tutto quello che trovavano, hanno sparato, ucciso, mutilato, violentato. E poi, anche per nascondere le prove di una violenza che si ripete, ossessivamente, da almeno due mesi, hanno appiccato il fuoco e distrutto tutto. Voci, testimonianze agghiaccianti. Difficili da verificare. Gran parte del territorio del nord del Kivu è al centro di una battaglia che non ha fronti. I ribelli di Nkunda hanno sferrato l'attacco finale per la conquista di Goma: una conquista simbolica ma strategica in questa guerra dimenticata dal mondo. Prendere Goma significa chiudere un cerchio attorno ai drappelli di soldati congolesi dislocati in un raggio di 50 chilometri. I soldati lo sanno. Si spostano veloci, ripiegando e avanzando sui sentieri ricavati in mezzo alla foresta..."

Articolo di Repubblica



When I came here there was more.
Now I've come back to destroy,
And I've got nothing left,
And it's a shame what we've become,
When we hurt the ones we love,
And it's a place I can not go,
Anymore.

When we collide we lose ourselves.
When we collide we break in two,
And as we push and we shove and we hurt the ones we love,
It's a hard mistake.
When we collide,
We break.

When the cold comes crashing down,
And the fight lost what it's about.
I could tell that you'd left.
It's a shame what we've become,
When we hurt the ones we love.
It's a place I can not go,
Anymore.

When we collide we lose ourselves.
When we collide we break in two,
And as we push and we shove and we hurt the ones we love,
It's a hard mistake.
When we collide,
When we collide.
It's a hard mistake,
When we collide.
It's a mistake,

When we collide we lose ourselves,
When we collide we break in two,
And as we push and we shove and we hurt the ones we love,
It's a hard mistake,
When we collide..
We break

Dishwalla - Collide

3 novembre 2008

Passaparola n°20. La P2 è viva e lotta con noi.


Video

Eccoci di nuovo dopo qualche giorno di stop. Tema del giorno è la p2, dopo la notizia del ritorno in tv di Licio Gelli. Credo che pochi tra i giovani conoscano cosa questa loggia sia stata. Il video del giorno di Marco dovrebbe dare un'infarinatura generale. Su internet trovate molte ricerche utili sul tema, ma basta molto poco per farsi un'idea. Molti affermano che questo fantomatico programma ce lo stiano ripropinando approfittando della coalizione pdl e dei consensi di Mister B. Guardacaso il premier era iscritto e con lui altri della stessa cerchia, alcuni dei quali sono ancora oggi dentro quelle mura sempre più cupe e illegali dei palazzi di governo. Vi invito ad ascoltare le parole di Marco e vi metto a disposizione il programma di rinascita "democratica" così potete con un pò di pazienza dargli uno sguardo, oltre al file con gli aderenti alla loggia.